“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino.” Carl Gustav Jung

L’adolescenza è una fase della vita delicata in cui interrogativi e crisi che riguardano il proprio sé e le relazioni con il mondo esterno (scuola, gruppo dei pari) possono in alcuni casi essere causa di intensi stati di sofferenza. La crisi adolescenziale è inevitabilmente caratterizzata da una serie di cambiamenti complessi. Per vari motivi questi cambiamenti possono non attuarsi e trasformarsi in situazioni di malessere che si configurano, non necessariamente in psicopatologia, ma in blocchi evolutivi.
Per un adolescente chiedere aiuto non è semplice, poiché in tale momento è impegnato nell’acquisizione di nuovi compiti evolutivi e nel bisogno di distanziarsi dalle figure adulte e genitoriali. Spesso però il primo interlocutore è il genitore, figura fondamentale nell’accogliere e nel cogliere i primi campanelli di allarme e di sofferenza.
Quando sono presenti è possibile chiedere un incontro per valutare insieme allo psicologo l’ipotesi di intervento. L’aiuto di una figura psicologica può essere richiesto quando si presentato diverse difficoltà: rispetto alla propria identità, ai progetti di vita e alle relazioni con adulti e coetanei, in presenza di un progressivo ritiro dall’ambiente scolastico e relazionale, in caso di somatizzazioni, stati di malessere fisico senza una causa organica e vissuti corporei angosciosi, qualora si evidenziassero condotte autolesive e pensieri autodistruttivi, al verificarsi di un utilizzo eccessivo del computer e ritiro in un mondo di fantasie. Il percorso di sostegno offre la possibilità di uno spazio di parola dove affrontare, insieme alla figura di uno specialista, vissuti e questioni legate a una fase di crescita delicata.